Corruzione dilagante in Europa, criminalità finanziaria, pochi mezzi per contrastare il fenomeno. Riportiamo integralmente l’intervista, pubblicata sul quotidiano francese Médiapart, al giudice belga Michel Claise

Da alcuni anni è evidente un netto declino di quell’attenzione che sembrava svilupparsi qualche decennio fa dopo gli assassinii di Falcone e Borsellino. La Direzione nazionale antimafia e quella contro la corruzione sembrano passate in un cono di fitta ombra e alcun segnale di rilancio si intravede all’orizzonte mentre si esalta la “pace fiscale”, l’amnistia di fatto dei reati finanziari e notoriamente dell’evasione fiscale oltre che delle economie sommerse (che vanno oltre il 32% del PIL). Purtroppo non possiamo dire che, attualmente, l’Italia sia ben attrezzata per far fronte a tale congiuntura criminale.

Una situazione che, purtroppo, non risparmia neanche il contesto europeo. A tal riguardo riteniamo utile riportare un’interessante intervista, realizzata dai giornalisti Rachida El Azzouzi e Ludovic Lamant per il celebre quotidiano online più letto in Francia, Médiapart, a Michel Claise, il giudice belga incaricato di indagare sullo scandalo corruzione che sta scuotendo l’Europarlamento.

In questa intervista è possibile leggere anche una diagnosi sulla situazione europea della criminalità (comprese le mafie “italiane”), nonché un’analisi che mette in guardia l’Europa rispetto al fenomeno della criminalità finanziaria, diventata ormai “incontrollabile”. Un serio campanello di allarme per quanto riguarda le conseguenze della deregolamentazione economica che essa comporta.

Traduzione a cura di Salvatore Palidda