Questo il titolo di un contributo di Franco Fedeli pubblicato sul quotidiano “Il Manifesto” del 23 gennaio 1992 su un tema, purtroppo, ancora di stringente attualità
«Il coordinamento non potrà mai essere imposto a colpi di circolari e di ordini di servizio, va realizzato attraverso una radicale mutazione culturale, che deve coinvolgere tutti, dai vertici fino alla base, e soprattutto gli uomini che combattono in prima linea».
Questo passo, tratto da un contributo di Franco Fedeli ospitato giovedì 23 gennaio 1992 su Il Manifesto, che lo intitolò “Non si coordina a colpi di decreto”, ci è tornato alla mente leggendo il decreto del ministro dell’Interno avente ad oggetto Criteri generali per il rafforzamento della cooperazione, informativa e operativa, e l’accesso alle banche dati tra le forze di polizia e i corpi e servizi di polizia municipale.
Il decreto 28 aprile 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 27 luglio 2022, definisce in 6 articoli i criteri generali per il rafforzamento del coordinamento info-operativo tra le forze di polizia individuate dall’art. 16 della legge 121/1981 (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza e Corpo di polizia penitenziaria) e le polizie locali «ai fini dell’applicazione dell’ordine di allontanamento e del divieto d’accesso di cui agli articoli 9 e 10 del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48».
Cooperazione e coordinamento. Premesso che la normativa concernente l’attuazione del coordinamento delle forze di polizia trova la sua prima formulazione nel decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 626 (convertito nella legge 23 del 14 febbraio 1980), emanato dalla necessità di fornire una significativa risposta alla sempre più crescente manifestazione del fenomeno eversivo, il decreto 28 aprile 2022 utilizza il vocabolo cooperazione al posto di coordinamento. In effetti, il primo sostantivo, dal verbo cooperare (in latino cum e operari) indica l’operare insieme con altri per il raggiungimento di un fine comune; il secondo, dal verbo coordinare (latino medievale cum e ordinare), è il raccordare più elementi per raggiungere un determinato scopo.
Antonio Mazzei