A 80 anni dalla Liberazione dal nazifascismo l’aria che respiriamo è pesante. Anni di propaganda hanno reso la popolazione meno acculturata, più cinica, polarizzata e impaurita. Le destre, e il potere in generale, hanno sempre usato la paura e ora il populismo è diventato una vera e propria arma di governo. La violenza, dai video terroristici a quelli di leader populisti, è un elemento chiave di questa manipolazione di massa, in un mondo connesso che stenta a comprendere quanto sia vulnerabile

«Il pensiero condiziona l’azione. L’azione determina il comportamento. Il comportamento ripetuto crea abitudini. L’abitudine struttura il carattere. Il carattere è il modo di pensare, essere e agire di un individuo. E il carattere segna il destino». Cosa abbiamo imparato dalle parole di Aristotele? Sono passati millenni ma il suo pensiero non sembra aver lasciato semi nella nostra società. Era nel numero di giugno-luglio del 2009, un mio articolo sulla propaganda della Lega Nord, all’epoca era ancora Nord, affrontava la “brillante” idea delle ronde cittadine. Ovviamente creando polemiche e senza dare nessun risultato.
«Ma sì, a Torino. Era successo che uno dei nostri ragazzi era entrato in un bugigattolo dove non doveva esserci nessuno e invece ci aveva trovato dei rumeni clandestini. Si era spaventato e perdendo l’equilibrio gli era caduta una fiaccola che aveva incendiato i pagliericci di questi disperati… una sciocchezza». All’epoca l’onorevole Borghezio venne inquisito per queste parole e al sottoscritto venne l’idea di raccontare le ronde nel contesto storico dei Comuni italiani del XI-XII secolo. «L’uso della violenza – in forme diverse – era diffuso ed endemico. Esisteva, ovviamente, la criminalità comune, quella che oggi chiamiamo microcriminalità. Era compiuta da soggetti asociali ed emarginati, che per questo erano facilmente individuabili, non esisteva quindi un problema “immigrazione”. Accanto alla violenza comune, però, ne esisteva una molto più diffusa, sia a livello individuale che a livello sociale. I costumi non si erano del tutto disciplinati, la diffusione di norme di comportamento e l’introduzione di un’educazione scolastica erano ben lontani dall’avverarsi. L’educazione, per dirla in modo semplice, era “quello che era”. Esistevano forme di prevaricazione simili a quelle che si possono osservare tutt’oggi in alcune realtà dei Paesi poco sviluppati a livello di diritti umani come l’India e la Cina. Inoltre, tenendo conto delle …..

di Lorenzo Baldarelli