“Tomasi rimuova i manifesti di CasaPound”.
Il neologismo “remigrazione”, dopo aver risuonato per mesi nei programmi dell’estrema destra ungherese, austriaca e tedesca è arrivato a Pistoia con la firma e il simbolo di CasaPound, l’associazione neofascista di cui da anni l’ANPI reclama lo scioglimento.
Negli spazi riservati alle affissioni fanno bella mostra successioni di manifesti tutti uguali, in cui sul fondo bruno campeggia la scritta “remigrazione”, seguita dalla frase: “Rimpatrio totale e senza compromessi di tutti gli immigrati irregolari. Rimpatrio volontario verso paesi di origine per tutti i discendenti di immigrati”, seguito dall’invito ad aderire a una raccolta di firme nel prossimo fine settimana. Era scontato che i “fascisti del terzo millennio” facessero sentire la propria voce, grazie alla vittoria negli USA di Donald Trump, con il suo programma di deportazione degli stranieri irregolari o non integrati, e all’arrivo in Europa di Elon Musk, amico personale di Giorgia Meloni, per sostenere i neonazisti di AFD nella campagna elettorale in corso in Germania.
In pochi sanno che il termine “remigrazione”, coniato a fine Ottocento all’interno di gruppi antisemiti per promuovere la deportazione degli ebrei in Madagascar, nel 1937 entrò nel programma hitleriano prima che venisse attuato quello dello sterminio dei “diversi” per razza, religione, condizioni personali e sociali, colpevoli solo di inquinamento o di indebolimento dell’inesistente razza ariana.
Oggi la parola “remigrazione”, usata in Italia da CasaPound al posto di “deportazione”, ma con identico significato, consente di richiamare alla memoria il ruolo del fascismo nella deportazione di migliaia di nostri concittadini, che persero la vita nei campi nazisti. Malgrado ciò, questo termine è entrato nel dibattito pubblico, trovando sostenitori nella destra al Governo, i quali propongono come soluzione ai problemi degli Italiani la “remigrazione di clandestini e criminali”, ma anche di stranieri non integrati. Sia CasaPound, sia i suoi seguaci che ci rappresentano nelle Istituzioni, si propongono di annunciare (senza poterla ovviamente attuare, come dimostra la farsa albanese) una campagna di arresti e deportazioni dei migranti come estensione della campagna d’odio verso gli stranieri che da tempo hanno intrapreso nei comizi e sui social.
Ma la Costituzione antifascista nata dalla Resistenza non può essere violata con proposte aberranti, feroci e inumane, anche se solo a parole. Per questo chiediamo al sindaco Tomasi, che ogni mese consegna ai diciottenni, nella Sala Maggiore del Comune, il testo della Costituzione da lui appositamente fatto stampare e che in una intervista si è dichiarato antifascista, di prendere nettamente le distanze da un programma aberrante che ricorda le deportazioni di ebrei, rom, omosessuali, testimoni di Geova e disabili attuate dal Nazismo con la complicità del fascismo repubblichino, da lui stigmatizzate nel Giorno della Memoria, e di procedere immediatamente alla rimozione dei manifesti di CasaPound, in particolare se questi fossero abusivi”.
Rosalba Bonacchi, Presidente Anpi Comitato Provinciale di Pistoia.