Volge al termine questo 2020. Ne abbiamo viste molte e di tutti i colori. Rispetto alla pandemia, che ci è piombata addosso come non avremmo mai immaginato, possiamo tirare le prime somme: si può concludere che l’emergenza, date le risorse e un impatto iniziale devastante, è stata gestita nel miglior modo possibile; dobbiamo riconoscere all’attuale governo le difficoltà organizzative, la gestione di un pericolo che fino a poco tempo fa non aveva soluzione, se non sulla carta, e che poteva essere solo “contenuto”.
Siamo usciti e rientrati in un più fasi di criticità: nel corso dell’estate quasi c’eravamo dimenticati del virus, con le mascherine strette all’avambraccio, che poi si è ripresentato ancor più infido e letale in autunno, quando il popolo italiano, a stento, cercava di riprendersi. E, per forza di cose, abbiamo dovuto mettere giudizio, consapevoli che questa brutta storia condizionerà ancora le nostre vite, speriamo non per molto.
Sarà un Natale strano, certamente. Un po’ come per le vacanze estive, quelle natalizie saranno l’ennesima prova del nove, dove la calma, la responsabilità e il buon senso dei cittadini da una parte, delle Istituzioni dall’altra, saranno decisive per rilanciarsi, per affrontare al meglio un 2021 dal futuro incerto.
Resistere, insomma, continuare a fare il nostro percorso. Anche quest’anno abbiamo ricordato Franco Fedeli. Un ringraziamento speciale va al SIULP che ha garantito, seppur in forma telematica, lo svolgimento della XXI edizione del Premio Letterario intitolato al nostro storico direttore, mantenendo così vivo il suo ricordo nonostante tutte le criticità di questo momento storico.
Che cosa aspettarci da questo 2021? Sicuramente vogliamo che chi occupa ruoli fondamentali nella macchina della nostra società riprenda a fare il proprio lavoro: parlo dei “soliti” settori, del mondo della politica, dei sindacati, della comunicazione, in cui ci sono ancora personaggi che preferiscono eludere le domande degli italiani, che sembrano guardare “altrove”, quando i problemi da affrontare sono tanti. Magari invece di prendersela con giornalisti preparati, invitandoli a “studiare”, trovassero delle risposte e si prendessero le proprie responsabilità.
Ci auguriamo che il passaggio dell’Angelo porti giudizio, e che questi personaggi si facciano un esame di coscienza: pensino al bene del nostro Bel Paese e, quindi, di loro stessi (pure, ma non troppo.).
il Direttore, Ugo Rodorigo
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