Le pagine dedicate al “pianeta Lgbtqi+” sono probabilmente le più discusse di tutto il libro del generale Vannacci. Ne abbiamo parlato con Alessio Avellino, poliziotto transgender e presidente dell’associazione Polis Aperta
La “vicenda Vannacci” si è ormai allargata e spostata sulla spinosa questione della libertà di pensiero. Il suo libro “Il mondo al contrario” ha riscosso talmente tanto successo (e tanta attenzione mediatica) che non può più parlarsi solo di un fortunato caso letterario: è indubbio che una buona parte dell’opinione pubblica si rispecchia nella sua narrazione, nella sua visione della società.
Tuttavia, proviamo a tornare a più di un mese fa, quando è esploso il caso: sono proprio le sue congetture relative al mondo Lgbtqi+ ad aver scosso in prima battuta i media e buona parte degli italiani. Decisiva, in tal senso, era stata la sua posizione apicale all’interno delle forze armate, rendendolo di conseguenza non un autore od opinionista “qualunque”.
Roberto Vannacci ha portato sotto le luci della ribalta tutti i timori e le frustrazioni di un’Italia ancora retrograda, per non dire bigotta, ancora chiusa verso certe tematiche, siano queste relative alle pluralità di genere, all’ambientalismo, oppure relative alla sicurezza o alla famiglia; ne fa una questione culturale, forse l’aspetto più incisivo e più grottesco di tutto questo “caso letterario”. Sono le stesse paure “cavalcate” con astuzia dalla maggioranza che guida l’attuale governo, con la differenza che il generale non ha ceduto a mezze misure, non si è piegato a quello che lui stesso definisce il politically correct. Questo, in sostanza, il segreto del suo successo.
Ne abbiamo parlato con Alessio Avellino, poliziotto transgender napoletano di 28 anni, da due anni presidente di Polis Aperta, associazione nata nel febbraio 2005 e composta da persone appartenenti alle forze armate e di polizia, nonché alla comunità Lgbtqi+.
Quando è scoppiato il caso Vannacci lei dichiarò che il pensiero del generale rispetto al “pianeta” LGBTQ+ non rispecchia, in linea generale, quello delle forze armate e dell’ordine. A distanza di settimane, ne è ancora convinto? È scaturito un dibattito all’interno della Polizia?
Il pensiero del generale non rispecchia il pensiero delle forze dell’ordine o armate perché un pensiero unico non esiste. I corpi di polizia sono fatti di e da persone, ognuna col suo peculiare carattere e il suo……
di Matteo Picconi