Non pochi atleti italiani di livello internazionale gareggiano nei gruppi sportivi delle Forze Armate e di Polizia, che garantiscono fondi e strutture. Molti risultati, ma pure alcune perplessità
«Se non ho programmi mi sento male. Percorro una linea che ho immaginato, fatta di traguardi, uno dopo l’altro. Alla fine, vorrei entrare in un corpo sportivo». Il corpo sportivo di cui parla Lucia Elen Ayari, la diciottenne di Catania nazionale italiana di pugilato, intervistata dal settimanale L’Espresso il 1° maggio 2022, è uno dei gruppi di quelli che Stefano Frapiccini, in un suo libro del 2008, ha chiamato “atleti di Stato”. Si tratta di sportivi che indossano una divisa, delle Forze armate e di polizia, ma pure del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e che pur ricevendo uno stipendio dall’Amministrazione in cui son arruolati, vestono l’uniforme solo in qualche occasione celebrativa. Il loro compito, infatti, è quello di allenarsi per gareggiare nelle discipline sportive nelle quali eccellono, dalle arti marziali all’atletica, dal rugby al nuoto, dallo sci all’equitazione.
Qualche cenno storico. Non è semplice tratteggiare le vicende di tali gruppi e, pertanto, appare opportuno partire dai singoli, anzi da un singolo, precisamente da un marinaio imbarcato sul cacciatorpediniere “Castelfidardo”.
Nonostante fosse nato il 16 gennaio 1885 a Lodi Vecchio, Enrico Porro era stato arruolato nella Marina Militare per svolgere il servizio militare che, contrariamente al Regio Esercito, dove la ferma era stata ridotta a tre anni dalla legge Ricotti (dal nome del proponente, il tenente generale Cesare Francesco Ricotti-Magnani, ministro della Guerra in tre governi consecutivi, dal 7 settembre 1870 al 20 novembre 1876), durava cinque anni, cosa che gli impedì di partecipare come lottatore alle Olimpiadi di Saint Louis nel 1904. Quattro anni dopo, invece, la Marina gli concesse di partecipare alle Olimpiadi di Londra e qui, il 25 luglio 1908, si impose in finale sul russo Nikolaj Orlov nella specialità greco-romana, categoria pesi leggeri.
Enrico Porro era un militare di leva che aveva la passione della lotta e che era stato autorizzato dalla Regia Marina a partecipare alle Olimpiadi, ma non faceva parte di una squadra; di un gruppo sportivo può invece parlarsi nel 1921, anno in cui a Roma, a Ponte Milvio, una squadra di “soldati delle tasse”, cioè di finanzieri, partecipò allo “scudo Nelli”, una gara di marcia a squadre vinta in seguito nel 1922, nel 1925 e nel 1928. Tre anni dopo l’ultimo successo, il gruppo atletico del Corpo venne affiliato alla Federazione Italiana di Atletica Leggera, con regolare tesseramento dei finanzieri, gettando così le basi del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle.
Antonio Mazzei