Pasquale Marchetto, uno dei tre autori di “Guardie a Verona”, ci parla del libro vincitore della XIII edizione del Premio intitolato al Generale Amedeo De Cia, dell’importanza degli archivi e dei differenti modi di interpretare la ricerca sulle Forze dell’Ordine in Italia e nel Regno Unito

    La memoria storica in Italia è un argomento controverso, ostaggio di vecchi schemi, di manipolazioni politiche e di speciose polemiche. Per non pochi soggetti che hanno responsabilità di alta amministrazione o di elevata docenza accademica, alcuni studiosi che non appartengono a determinati circuiti sono considerati sedicenti ricercatori o divulgatori di dati privi di fondamento scientifico. Nel nostro Paese, purtroppo, funziona così: solo dottorati e master hanno il potere di conferire credibilità e se il sapere non deriva dalle fonti autorizzate della conoscenza non si può né aprire bocca, né scrivere libri.

    Pasquale Marchetto, Antonio Mazzei e Paolo Valer, pur non essendo professori o ricercatori universitari, di libri, insieme, ne hanno scritti diversi. Uno di questi, Guardie a Verona, ha vinto la tredicesima edizione del concorso letterario “Generale di Divisione Amedeo De Cia”, sezione saggistica edita. Di questo volume e del relativo premio ritirato il 20 maggio all’interno del Salone internazionale del libro di Torino abbiamo parlato con uno degli autori, Pasquale Marchetto.

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    Pasquale Marchetto è nato a Lendinara il 26 agosto 1958. Militare dell’Arma dei Carabinieri dal 1983 al 1985, si è laureato in Scienze politiche presso l’Università di Bologna discutendo una tesi intitolata “Una diarchia impropria: il dualismo tra le forze di polizia nella lettura giuridica del primo novecento”. Autore di diversi testi sulle sicurezze, è stato anche collaboratore per la sicurezza sul territorio del comune di San Bellino (Rovigo)

     

    Allora, Pasquale Marchetto, come è nato questo lavoro?

    L’idea è nata nel 2008 ad Adria, quando decidemmo di dar vita al Comitato promotore del Gruppo di ricerca interdisciplinare sulle sicurezze e le forze dell’ordine e, contemporaneamente, di organizzare alcune giornate di studio in occasione dei 160 anni di vita dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza e dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Parte del materiale raccolto allora è stato utilizzato per la stesura della prima parte del libro, mentre per la seconda ci siamo avvalsi delle carte del Siulp di Verona facenti parte dell’archivio privato di Antonio Mazzei. Tutte queste carte sono state oggetto di un doppio intervento: uno riproduttivo di tutta la documentazione, teso a creare un fondo parallelo da donare alla segreteria provinciale del sindacato unitario quale primo passo per arrivare all’istituzione di quel Centro Studi proposto dal segretario generale Felice Romano in occasione del 7° congresso nazionale ospitato dal 5 al 7 dicembre 2011 presso lo Sheraton Hotel di Roma; l’altro culturale, utile per tentare di ricostruire le vicende della sicurezza pubblica nel veronese.

    Max Tosato