Produzione statale del vaccino per il Covid-19, medicina territoriale e l’invio di supporto medico all’estero. La crisi pandemica ha risaltato il modello “alternativo” del sistema cubano
La grottesca vicenda legata al fallimento dei piani vaccinali, causato dalle inadempienze contrattuali delle multinazionali del farmaco, rende quanto mai attuale la famosa frase dello scrittore e filosofo Mark Fisher: «È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo», ha scritto nel suo “Realismo Capitalista”1, e la débâcle dei vaccini dimostra che l’interesse per il profitto può arrivare a negare il diritto alla salute.
Gli squali di Big Pharma, dopo aver ricevuto sussidi pubblici per la ricerca sul vaccino, non hanno rispettato i termini di consegna delle dosi concordati nei già lucrosi contratti stipulati dalla Commissione Europea per conto degli Stati membri dell’Unione. Inadempimenti dovuti al fatto che nel frattempo queste aziende hanno stipulato altri e ancora più remunerativi contratti con altri Stati. E i governi muti.
Non è una distopia, quanto la triste realtà corroborata da tanto di dichiarazioni. Ad esempio quelle del primo ministro Britannico Boris Johnson, che lo scorso 23 marzo di fronte a un gruppo di sostenitori del Partito Conservatore proclamava: «la ragione del nostro successo con il vaccino è il capitalismo, è l’avidità»2.
Johnson esprimeva la vulgata secondo la quale la ricerca del profitto attraverso il mercato libero genera buoni risultati. Tuttavia, in realtà, i risultati del Regno Unito nello sviluppo del vaccino Oxford-AstraZeneca e nella campagna nazionale di vaccinazione hanno a che fare molto di più con gli investimenti statali che con i meccanismi di mercato.
Ma in Gran Bretagna, come in altri paesi europei, Italia compresa, lo sviluppo dei vaccini è stato sovvenzionato con i finanziamenti pubblici. Nel Regno Unito la ricerca è stata fatta nell’Università di Oxford ed è il National Health Service (il Servizio Sanitario Nazionale Britannico), finanziato dallo Stato, che ha portato a compimento il programma di vaccinazione.
Ernesto Malatesta