La vittoria di Donald Trump non è stata una sorpresa. Una vittoria, anzi, più che annunciata (e da molti addirittura auspicata), vista la crisi della controparte dem e il declino del loro capofila Biden nel corso degli ultimi mesi: la mossa di Kamala Harris, dunque, non è bastata al rilancio del Partito Democratico, complice soprattutto una impopolare gestione della politica internazionale e la crisi del comparto economico-finanziario statunitense che lo stesso Trump sostiene di poter rilanciare.

La sorpresa delle presidenziali USA, semmai, è costituita proprio da un nome, Elon Musk. Il più noto e ricco imprenditore del mondo, capace di costruirsi non uno ma più imperi finanziari, sembrerebbe a tutti gli effetti il principale artefice della vittoria del tycoon. Un sostegno che sarà ricambiato, con ruoli di rilievo all’interno della Casa Bianca. Ma quanto peso avrà Musk a fianco dell’uomo politico più potente del mondo? Cosa aspettarsi da questo duo così imprevedibile?

Musk sembra un personaggio da film. Per carità, non siamo così ingenui: che dietro le scelte e le manovre delle classi politiche più rilevanti vi siano esigenze, programmi e pressioni di importanti uomini d’affari è prassi consolidata, plurisecolare, non lo scopriamo certo oggi… solitamente, però, queste importanti (e inquietanti) “figure” preferiscono operare nell’ombra, lontano dai riflettori, e la loro influenza sul mondo della politica o della finanza mondiale si viene a sapere sempre dopo, spesso a conti fatti.

Lo stesso non può dirsi dell’imprevedibile e geniale Elon Musk che sfacciatamente e continuamente si prende la scena mediatica, spadroneggia sui social, dà sfogo alle sue manie di protagonismo, alle sue uscite infelici, non di rado vere e proprie “invasioni di campo”, come quella (gravissima) relativa alla nostra magistratura, ingerenza piuttosto apprezzata e condivisa da buona parte della maggioranza al governo, trovando però la pronta risposta del nostro Presidente della Repubblica.

Geniale e imprevedibile. Fino a due anni fa era un sostenitore del Partito Democratico di Biden; si era presentato al mondo come il porta-bandiera della transizione ecologica; oggi Musk porta le vesti del grande conservatore, acerrimo nemico della fantomatica cultura woke… Cosa aspettarsi da un personaggio così, senza dubbio intraprendente e di successo, posto ai vertici della più grande potenza (militare) del mondo? Lui, il nuovo Iron Man – come amano soprannominarlo alcuni suoi estimatori – già “padrone dei cieli” con i suoi satelliti (quello italiano in primis), vuole portare l’uomo su Marte. Ma prima si prenderà la Terra?

Con tutti i quesiti e i dubbi del caso, auguro un buon 2025 a tutti i Lettori di Polizia e Democrazia.

Il Direttore

Ugo Rodorigo