I fatti di Parigi suggeriscono una riflessione, forse troppo poco dibattuta in Italia, sul rapporto che intercorre tra i cittadini di origine straniera e una polizia dai tratti ancora “coloniali”
L’omicidio del giovane parigino di origine maghrebina Nahel M., di 17 anni, avvenuto il 27 giugno 2023 ad opera di un poliziotto nella banlieue parigina, suscita alcune riflessioni relative al rapporto tra le forze di polizia e le popolazioni originarie dalle ex-colonie e dal Sud del mondo più in generale. In particolare, sorgono alcuni significativi dubbi relativamente al carattere universale di fruizione dei diritti fondamentali, primo tra tutti quello dell’uguaglianza di fronte alla legge. Le forze di polizia, in quanto principale interfaccia tra lo Stato e la società, marciano in linea con la tendenza attuale di china discendente delle libertà fondamentali, nella misura in cui denotano l’incapacità di filtrare e interpretare le contraddizioni contemporanee. La domanda di sicurezza sovraccarica la polizia della gestione di conflitti a cui bisognerebbe porre risoluzione in altre maniere. Al fine di approfondire le cause di questo deficit, si rende necessaria un’analisi che parta dai modelli di policing, intesa come pratiche di polizia, per provare a individuare le soluzioni possibili.
Il criminologo inglese Mike Brogden, nel 1988, pubblicava il suo lavoro “Introduction to police work”, uno studio destinato a lasciare il segno nel campo degli studiosi delle forze di polizia. La tesi proposta da Brogden si incentrava sul concetto di “polizia coloniale”, e aggiunge un ulteriore strumento analitico per realizzare l’analisi della cultura, dei saperi e delle pratiche di polizia. In particolare, l’autore va controcorrente rispetto al senso comune, che rintraccia le origini della polizia inglese nella necessità di creare, da parte del governo, un’articolazione dell’apparato statuale in grado di interfacciarsi col pubblico, inteso come la comunità politica nella sua totalità. Brogden percorre i gradini della gerarchia sociale verso il basso, facendo luce sul rapporto tra polizia e stratificazione sociale. Muovendosi sulla falsariga della distinzione tra classi laboriose e classi pericolose, evidenziata da Louis Chevallier (1977) nella Parigi del XIX secolo, il criminologo inglese rafforza il punto di vista di chi …….
Vincenzo Scalia – Università di Firenze