Una città che sia delle persone e per le persone. Da una velocità limitata a uno spazio più ampio garantito a chi vive i centri urbani nella loro quotidianità sociale. Un passo innovativo contrastato dalle risposte istituzionali, un’opposizione ideologica che rispecchia le politiche del governo attuale: una linea di pensiero che risiede nel populismo, si nutre di petrolio, attraversa l’autoritarismo per sfociare nel c.d. “fascismo climatico”
Rimarrà una data importante: 16 Gennaio 2024, Bologna diventa Città 30. Questo modello è un’innovazione nella gestione della città che cerca di avvicinarsi alle esigenze delle persone che la abitano. L’idea è una trasformazione del tessuto urbano in chiave di spazio e qualità, dove le vie sono più sicure, ampie e curate. Il verde è al centro dell’urbanizzazione come piazze pedonali e piste ciclabili, attraversamenti tranquilli per le persone anziane e con disabilità, spazi protetti per i bambini davanti alle scuole. il traffico non è più al centro della progettazione urbana ma il risultato di una buona pianificazione, quindi fluido e lento, senza creare disagio. Città 30 mette al centro il cittadino, la sua salute e l’obiettivo incontestabile di azzerare i morti in strada. L’idea non è frutto di una visione utopistica di un’amministrazione cittadina scellerata: come nel caso di Bologna, è un’iniziativa “dal basso” che nasce proprio da chi la città la vive e la vuole vivere nel futuro. Diverse associazioni e movimenti, negli anni passati, hanno portato avanti campagne di attivazione civica con l’obiettivo di informare e formare l’opinione pubblica, arrivando a far diventare Città 30 una scelta e un progetto della giunta comunale.
L’accezione “utopistica” dell’idea di una Città 30 si frantuma ancor di più ampliando il quadro di analisi al panorama internazionale. Infatti, Bologna è il primo esempio in Italia ma anche uno fra molti nel mondo. Bruxelles, Parigi, Toronto, Bilbao e molte altre sono esempi di città in cui diversi studi dimostrano che il modello Città 30 ha una ricaduta positiva generale sulla sicurezza stradale, sulla salute dei cittadini, sull’ambiente e sulla vivibilità. Quindi meno incidenti e, soprattutto, meno dannosi, riduzione dell’inquinamento, rumore e traffico. Aumentano gli spostamenti a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, e una conseguente riduzione dell’utilizzo dell’auto privata.
Il modello Città 30 italiano
Legambiente riporta che le cause di una vera e propria emergenza sulle strade delle città italiane, che rendono il modello Città 30 più che necessario, sono velocità, distrazione e mancata precedenza ai pedoni. Questi fattori causano il 55% dei morti in ambito urbano. L’associazione ambientalista afferma inoltre che……..
di Riccardo Sacchi