Rievochiamo i fatti dell’ottobre del 2021 quando la polizia caricò violentemente la manifestazione dei portuali presso il porto di Trieste
Nell’ottobre 2021 a Trieste, nell’area portuale, accaddero dei fatti a molti italiani sconosciuti ma gravissimi per la tenuta della nostra democrazia e per il rispetto dei diritti costituzionalmente riconosciuti.
Alcuni dipendenti portuali, in particolare operai, capitanati dal loro storico leader, Stefano Puzzer, decisero di protestare contro l’obbligo vaccinale che gli era stato imposto per potere accedere al loro posto di lavoro. Il ricatto posto in essere contro i lavoratori era ben chiaro: green pass oppure niente lavoro.
Sull’argomento si può discutere ed essere favorevoli o contrari ma il dato di fatto inconfutabile è che gli operai fecero delle proteste assolutamente pacifiche, unitamente ai loro stretti familiari che, spesso, oltre a preparare panini e tè caldo per i propri cari, offrirono bevande calde persino alle Forze di Polizia che presidiavano in assetto antisommossa uno dei varchi di accesso al porto.
Il porto, come tutti i triestini sanno, ha numerosi varchi di accesso e di uscita via terra, oltre, ovviamente allo sbocco sul mare aperto. Gli operai avevano simbolicamente occupato solo il varco nr. 4 del porto, facendo comunque entrare ed uscire, anche da questo varco, i vari camion, così come tutti coloro che non avevano aderito alla protesta e volevano recarsi sul posto interno di lavoro.
Lorenzo Lorusso