La crisi energetica ha aperto uno squarcio nel sistema economico europeo. Il prezzo del gas non è stato manovrato da una «mano invisibile» e le soluzioni proposte dalla politica sembrano inefficaci e poco convinte; i costi dell’energia li pagheranno i soliti cittadini e aziende oneste
Nell’ultimo giorno di agosto Gazprom, il colosso energetico russo, ha iniziato le operazioni di manutenzione per il gasdotto Nord Stream, il più importante gasdotto europeo. Al momento le operazioni dovrebbero durare solamente 10 giorni, durante i quali la commercializzazione del gas metano si interromperà. Il rischio, alla luce della guerra in Ucraina, è che i flussi possano interrompersi per sempre. Molti esperti e politici europei, infatti, stanno già manifestando preoccupazione per la possibile mancata riapertura che, ad oggi, non è solo possibile, ma anche probabile.
Il Paese più esposto, ovviamente, è la Germania; il gasdotto, costato più di 14 miliardi di euro, porta sulle coste tedesche 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, diventando così il principale canale di rifornimento dei Paesi del centro Europa. Nel 2020 la Germania ha consumato il 65% del gas proveniente dalla Russia. Ma l’impatto per l’intera Unione Europea non è da meno; essa dipende dal gas russo per un 40% del totale. L’Italia si posiziona tre punti in percentuale sopra, con un 43%.
Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha stimato la totale indipendenza dal gas russo entro il 2024. Per ora, anche se gli stoccaggi sono buoni, la situazione rimane critica. Il presidente dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), Stefano Besseghin, è stato abbastanza chiaro in Parlamento: «Questa è una fase delicata, in autunno i prezzi di luce e gas saranno significativamente alti e dobbiamo cominciare a lavorarci adesso». Servono, afferma Besseghini, «consumi controllati» e «piani dettagliati» per affrontare «eventuali situazioni di crisi nella fornitura» dalla Russia.
Per il presidente dell’Arera «le fasi di instabilità rimangono complicate. Prima delle elezioni, si possono cominciare a costruire alcuni interventi che diano certezza. Molto è stato fatto per mettere in sicurezza l’autunno, gli stoccaggi stanno migliorando e consolidandosi. L’Autorità ha fatto diversi interventi per abbattere i costi per gli operatori, per sterilizzarne i rischi» ha spiegato Besseghini a margine della presentazione della relazione annuale al Parlamento.
Lorenzo Baldarelli