Il dopo Trump, finalmente, è iniziato. Il nuovo “capoclasse” Biden si è seduto al tavolo e ha cominciato a scoprire le sue carte: un tavolo sommerso da problemi rimasti per troppo tempo senza risposte e soluzioni. Finalmente la questione sanitaria (non solo relativa al Covid-19) e la tutela ambientale sono diventate urgenze non più rimandabili, tanto da entrare nelle agende delle principali potenze mondiali.
A proposito di quest’ultime. Cina e Russia, con fare sempre più spregiudicato, gestiscono il mondo come un videogioco a livelli e di fronte agli ammonimenti della comunità internazionale sembrano far finta di niente. Ricordano i conquistadores: si fermano un attimo e poi riprendono. Al contrario degli spagnoli non usano le armi: hanno risorse, capitali, tecnologie avanzate e un sistema economico-politico piuttosto “fluido”, dove il rispetto delle regole, delle tutele e dei diritti appare piuttosto secondario.
La strada del dialogo inaugurata da Biden ha trovato all’interno dell’UE un grande appoggio logistico, un bravo e serio “vice capoclasse”, Draghi. Il suo fare semplice, il suo riproporre temi magari scontati ma di vitale importanza, convince sempre di più. E fa riflettere, sia sui percorsi già intrapresi, sia su quelli da intraprendere: non stiamo sulla via di Damasco ma sulla via della Seta, da troppo tempo. Ed è lì che la situazione va sbloccata, senza improvvisi colpi di coda, senza mostrare i muscoli bensì agire con le armi della diplomazia e con una sana strategia economico politica. Non è la forza ma è la calma e la saggezza che permette di sciogliere un nodo.
Facile a dirsi… ma da spettatori possiamo dire che anche questa volta non ci annoieremo. Auguriamoci di vedere un film fantasy, magari immaginandoci un pianeta con più “Draghi”.
il Direttore, Ugo Rodorigo
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