Solitudine, blocco emotivo, isolamento: gli adolescenti sono la categoria socialmente più colpita dall’emergenza sanitaria. Un’analisi sul preoccupante fenomeno della devianza e criminalità giovanile
Il fenomeno della devianza minorile è conosciuto e dibattuto da molto tempo e si è sicuramente acuito nell’arco degli ultimi 20/30 anni, durante i quali si è frequentemente imposto sulle pagine di cronaca.
L’anno appena trascorso, che sarà giustamente materia per molti e molti anni avvenire di analisi e studi sull’immane e pervasivo tsunami cui ogni singola persona ha dovuto, in un modo o nell’altro, far fronte, ha avuto ovviamente ripercussioni, in maniera diretta e meno, istantanea e non, anche su questo complesso fenomeno. L’epidemia da Covid-19 ha messo in moto tanti meccanismi e di tale entità che, di fatto, la normalità del vivere quotidiano è stata annullata e la mente è ritornata, attraverso anche la terminologia istituzionale adoperata (coprifuoco, restrizioni), a tempi che si credevano ormai superati da chi li ha vissuti ed inconcepibili da chi li ha solo studiati sui libri di storia.
Le conseguenze economiche, sociali e psicologiche di questo accadimento saranno notevoli e destinate a segnare ancora per lungo tempo la vita di tutti. L’Italia, già fiaccata da un’economia che, nonostante tutto, cerca di resistere è stata ancor più colpita al cuore e gli italiani, ottimisti e speranzosi di indole, hanno ben presto smesso di cantare dai balconi. La verità è che il timore, anche di contrarre la malattia, l’insicurezza, anche della propria fonte di reddito e la paura per un clima complessivo che dire anomalo è dire poco, hanno fatto calare la loro lugubre ombra sulla giovialità italica che speriamo molto presto ritorni a vedere la luce.
Maria Rosaria Ferrante