A cura di Michele Turazza.

Nico Piro – Uno strano dono
Solferino, 2024, pp. 318, € 19,90
“Quando mi è venuta voglia di pubblicare un libro sulla disabilità, condizione che ho affrontato per tutta la vita ma su cui mai mi sono impegnato da attivista, il mio obiettivo era politico”. A ribadire la “politicità” dell’obiettivo perseguito col volume “Uno strano dono” è lo stesso Autore, Nico Piro, scrittore, giornalista, inviato di guerra del Tg3: di fronte alla quotidiana odissea tra servizi sanitari e riabilitativi insufficienti, quando non addirittura assenti, e infinite pastoie burocratiche, fallisce la società intera, muore la Costituzione, si avvizzisce la democrazia. Piro, che fino a oggi non ha mai voluto parlare pubblicamente della sua condizione per evitare che venisse influenzato il giudizio sul suo lavoro, fa toccare con mano le difficoltà, talvolta insuperabili, vissute dalle persone con gravi disabilità motorie, ma senza mai cadere nel lamento vittimista. La sua è un’appassionata e lucida testimonianza “per provare a dare speranza ai disabili, per aprire gli occhi alle persone, risvegliare chi ricopre ruoli istituzionali e solitamente ignora il problema” e per affrontare la malattia con sfide sempre nuove: “Sono nato così, morirò così e credetemi: ho messo la faccia dove molti di voi normali non metterebbero nemmeno i piedi”. Dall’Afghanistan al Donbass, dalle navi salva-migranti alle zone infestate dal virus Ebola, il coraggio e la determinazione di Nico Piro dimostrano come questo “strano dono” possa aiutare a vivere intensamente ogni istante della vita.

Chantal Meloni – Giustizia universale?
Il Mulino, 2024, pp. 268, € 22
Può esistere una “giustizia universale”? Se sì, è possibile realizzarla in pratica? Sono questi i quesiti da cui parte e si snoda l’approfondita riflessione della giurista Chantal Meloni, docente di Diritto penale internazionale alla Statale di Milano, che, dopo un capitolo introduttivo sul senso e sulle origini della giustizia penale internazionale, analizza in altrettante parti le tre componenti di questo delicato sistema: la Corte penale internazionale, il ruolo degli stati nazionali e la società civile, non solo come possibile vittima, ma anche come insieme di attori non istituzionali coinvolti. Dalla sua particolare prospettiva, che unisce le conoscenze teoriche della studiosa alle esperienze maturate sul campo in numerosi progetti che la vedono protagonista, l’Autrice tocca, con un linguaggio piano adatto anche ad un pubblico non specialista e con opportuni riferimenti ai conflitti in corso, le questioni più controverse che emergono quando si parla di Corte penale internazionale e punizione dei criminali di guerra: “[…] lo scopo di giustizia non è disunito da un risultato tangibile, concreto e prezioso, che è dato dal fatto di essere la giustizia internazionale strumento imprescindibile di pace” senza la quale sarebbe ancor più inarrestabile “la nefasta spirale bellicista” che caratterizza i nostri tempi (dalla Prefazione di Francesco Palazzo).

RiVolti ai Balcani (a cura di) – Chiusi dentro
Altreconomia, 2024, pp. 310, € 18
C’è una costante che permea le politiche di contrasto alla cd. immigrazione clandestina: ruota attorno a un binomio di aggettivi, “dentro” e “fuori”. Ci si deve difendere da chi sta “fuori” dai confini statuali, e allo stesso tempo si costringono “dentro” confini artificiali coloro che sono in attesa di essere rispediti “fuori”. Tali “campi” – spiega l’ex magistrato Livio Pepino nella sua Prefazione – “hanno una caratteristica comune: trattengono, fermano e, insieme, umiliano, inferiorizzano. Ancora una volta riducono i migranti a non persone”. Ed è in questi campi che la tanto sognata “Europa dei diritti”, si riduce a vuota retorica. “Chiusi dentro”, edito da Altreconomia, è il risultato della ricerca promossa dalla rete “RiVolti ai Balcani”, nata nel 2019 con l’obiettivo di tutelare i diritti dei migranti della famigerata “rotta balcanica”, percorsa annualmente da migliaia di persone nel tentativo di raggiungere i confini europei. Attraverso una rigorosa analisi delle politiche su asilo e immigrazione, gli Autori (avvocati, giornalisti, studiosi) passano in rassegna, tra gli altri, i casi di Bosnia, Grecia, Libia, Polonia, Turchia e Italia, evidenziando come prassi illegittime e brutali si siano ormai diffuse a tal punto da essersi “normalizzate”, considerate fisiologiche in un sistema però malato che fa dell’arbitrio, della violenza e della disumanità i suoi pilastri.

Giambattista Scirè – L’Uomo del dialogo
Marietti1820, 2024, pp. 276, € 26
Se c’è un politico, protagonista della storia del secolo scorso, che più di altri ha saputo far dialogare mondi diversi, come quelli cattolico e comunista, su temi concreti, questo è Mario Gozzini. Come è stato in grado di mettere allo stesso tavolo uomini e donne schierati ideologicamente in campi opposti, ma accomunati da valori e principi fondanti? Come è riuscito, da credente, a contribuire a far approvare alcune tra le più importanti e avanzate norme a tutela dei diritti civili nel nostro Paese? L’Autore restituisce ne “L’Uomo del dialogo” i frutti di una ricerca certosina durata oltre un ventennio da cui risulta evidente tutta la complessità di quei rapporti e, prima ancora, dell’ambiente culturale in cui si forma e matura Gozzini, con la frequentazione di preti di frontiera e democristiani “di sinistra”, fino alla decisione di candidarsi come indipendente nel Pci. Noto in particolare per la riforma del sistema carcerario, che porta il suo nome, Gozzini, classe 1920, fu “persona modesta, molto riservata, che preferiva rimanere nell’ombra […] con grandi doti di retorica e capacità dialettiche affabulatorie e un’abilità di scrittura spontanea, naturale, quasi fuori dal comune”. Giambattista Scirè è ricercatore di Storia contemporanea e responsabile scientifico di “Trasparenza e Merito. L’università che vogliamo”, associazione che contrasta malaffare e corruzione in ambito accademico. Collabora con numerose riviste scientifiche ed è autore di monografie sulla storia del Novecento.

The Passenger – Alpi
Iperborea, 2024, pp. 192, € 22
Sono estese per oltre 190 mila chilometri quadrati, la loro origine risale a più di 30 milioni di anni fa. Il punto più alto sfiora i 5000 metri e attirano 120 milioni di turisti ogni anno. Sono le Alpi, raccontate da fotografi, scrittori, giornalisti, naturalisti in uno degli ultimi volumi “The Passenger” di Iperborea. Guide d’eccezione accompagnano il lettore alla scoperta di una delle aree a più alta biodiversità in Europa, a cavallo dei confini tra Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia; una geografia intricata dove convivono paesaggi ancora incontaminati e zone sfruttate dall’uomo a fini turistici o culturali. Dal rifugio Margherita, il più alto d’Europa, alle Prealpi, dal ritorno del lupo all’impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai, sono molte le sfide aperte: la sopravvivenza di questo ecosistema così variegato e complesso dipenderà da come saranno affrontate, sia a livello nazionale che europeo.
“Visto che la soluzione a problemi globali spesso tocca trovarla localmente, le Alpi, con la loro estrema diversità culturale, economica e sociale, offrono terreno fertile per sperimentazioni e idee innovative, a patto che cambi lo sguardo con cui le osserviamo” (dall’Introduzione).

Mauro Tebaldi e Marco Calaresu – Sul palco del Quirinale. Il capo dello Stato nella Seconda Repubblica
Carocci editore, 2024, pp. 150, € 18

Nei periodi di maggiore crisi istituzionale, la figura del Presidente della Repubblica acquista un ruolo centrale nel garantire dinamiche corrette tra i vari poteri di un assetto parlamentare: più il quadro politico è incerto, confuso, più il Capo dello Stato entra nei “giochi”, impedendo che il sistema si inceppi. Al suo ruolo sono stati dedicati numerosi studi, in particolare da costituzionalisti, che si sono interrogati soprattutto sul quanto e sul come ciò possa avvenire, senza snaturare il ruolo che la Costituzione prevede per questo importante organo di garanzia. Anche la scienza politica da sempre indaga le peculiarità di tale soggetto istituzionale e di come i suoi poteri mutino nelle fasi di transizione, al variare del funzionamento del sistema politico. La ricerca di Tebaldi e Calaresu, pubblicata nell’ambito di un Progetto di rilevanza internazionale, si sofferma “sulla sfera relazionale, concentrandosi sugli attori con i quali [il Capo dello Stato] interagisce, la frequenza di tali interazioni e la loro variazione nel tempo… fornendo indicatori chiave dell’actorness presidenziale, stimola[ndo] una riflessione critica sulla [sua] funzione…” (dalla quarta).
Centrale per l’analisi è il concetto di actorness (letteralmente: attorialità) finora ai margini della ricerca politologica, indagato nel volume dei due docenti di scienza politica dell’Università di Sassari con le metodologie dell’analisi quantitativa, attraverso lo studio della dimensione relazionale del Presidente della Repubblica nel periodo 1999-2022. Dalla ricerca emerge, oltre alla sua centralità come attore protagonista della scena politica italiana, anche “la plastica vitalità del geniale documento ideato dai costituenti e la sua capacità di adattarsi alle mutazioni del tempo, facendo ancor più riflettere sull’opportunità di riformare la fisionomia dei suoi elementi fondativi” (dalle Conclusioni).