Lo scorso 24 aprile ci ha improvvisamente lasciato Domenico Famà, avvocato del foro di Messina: fondatore del progetto Forensics Group, ha saputo coniugare professionalità, passione e umanità. Un ricordo delle persone che hanno lavorato al suo fianco in questi anni

Nato a Messina, a seguito di un incidente stradale che lo costringe a intraprendere una dura azione legale per ottenere il giusto risarcimento, decide che “da grande” avrebbe fatto l’avvocato per difendere i diritti dei più deboli.
Intraprende gli studi in giurisprudenza nella sua città natale e, dopo un intenso periodo di pratica forense, diviene avvocato nel gennaio del 2005, professione che eserciterà ininterrottamente a parte una breve parentesi come dirigente in un’azienda di Messina.
Insieme a un gruppo di amici, nel 2015 dà vita al progetto Forensics Group di cui, nel 2017, con atto notarile firmato a Messina, è socio fondatore e Presidente nonché vincitore, ai Forensics Awards, del premio “Iniziativa innovativa”.
All’interno di Forensics Group, Domenico Famà diventa la vera e propria anima trainante e visibile, soprattutto per l’organizzazione dei settimanali appuntamenti di divulgazione denominati “Forensics Cafè”, idea nata, nel corso della pandemia da Covid-19, durante una delle pomeridiane “chiacchierate” online tra i componenti del comitato scientifico di Forensics Group.

Nel 2020 decide di raggiungere a Brescia l’amico e collega avvocato Giovanni Rao, con il quale inizia una solida collaborazione, contrassegnata dalla reciproca stima e amicizia; proprio assieme a lui, intraprende una dura battaglia legale, balzata agli onori della cronaca, per l’affermazione dei diritti di un ragazzino affetto da sindrome Hikikomori. A causa della sindrome, regolarmente certificata dalla famiglia, il ragazzino aveva difficoltà a seguire le lezioni al computer con telecamera accesa durante il già difficile periodo dell’emergenza pandemica. Nonostante la presenza regolare alle verifiche e i risultati sufficienti, la scuola gli aveva comunque negato l’accesso all’esame di terza media per assenze eccessive, dal momento che la telecamera spenta poteva essere considerabile alla stregua di una assenza. La lunga causa legale ha portato dapprima all’ammissione del giovane studente all’esame e, poi, a un nuovo svolgimento dello stesso, dopo che in un primo caso gli erano stati negati gli strumenti suppletivi della didattica, obbligatori in caso di sindromi certificate come quella in essere. Su questo argomento, l’avvocato Famà stava anche producendo alcuni contributi scientifici, in ultimo una presentazione alla “Giornata di studi di Linguistica Forense” tenutasi all’Università degli Studi “Guglielmo Marconi” di Roma lo scorso 9 aprile.
L’attività di Domenico Famà si estendeva quindi su vari ambiti, dalla pratica legale vera e propria, alla divulgazione e alla ricerca interdisciplinare, in cui si distingueva per l’energia e l’entusiasmo con il quale favoriva il dialogo tra esperti di diversi settori, come dimostra l’intensa e crescente attività all’interno del Forensics Group. In ognuna delle attività seguite, Domenico si contraddistingueva per l’impegno, la professionalità ma anche la profonda umanità con cui si approcciava ai diversi temi, alle cause e alle persone coinvolte, sempre pronto a dispensare un sorriso e una buona parola nei momenti difficili così come in quelli allegri. La sua curiosità intellettuale nell’affrontare sempre nuove sfide si è affiancata per tutta la sua vita a una grande umiltà, unita a una straordinaria capacità di resilienza.

Forensics Group nasce appunto in questo contesto di amicizia, con una gestione quasi familiare, contrassegnata da rapporti di profonda umanità e condivisione non solo di esperienze in ambito di forense, ma anche di lavori umani.
Come amano ricordare i suoi amici e colleghi, il gruppo, nato come una iniziativa per unire persone che si conoscono e si apprezzano e che vogliono fare delle attività insieme, grazie all’entusiasmo di Domenico, si è evoluto nella direzione della sistematica divulgazione, soprattutto attraverso i menzionati Forensics Cafè, la cui anima era proprio Domenico, insieme all’inseparabile Giuseppe. Nati come parte complementare alle attività del gruppo durante il periodo dell’emergenza sanitaria, con il tempo e l’energia travolgente di Domenico hanno coinvolto molti altri soggetti, portando i Cafè a essere l’attività più trainante e visibile dell’associazione.
Anche da questi episodi è possibile apprezzare come il tratto emergente e distintivo della personalità di Domenico fosse il suo desiderio di rendersi fortemente partecipativo, di coinvolgere ma anche di essere coinvolto in nuove sfide, mostrando grande determinazione, ma anche coraggio.
Lo stesso coraggio dimostrato nel settembre del 2020 quando, in piena emergenza pandemica, decide di lasciare la sua casa a Messina e di trasferirsi con la famiglia a Brescia, per iniziare una nuova avventura professionale, a fianco del collega e amico Giovanni Rao. L’entusiasmo e la generosità di Domenico l’hanno portato ben presto a radicarsi non solo professionalmente ma anche umanamente in un territorio che nei giorni scorsi si è stretto attorno alla famiglia Famà.
La straordinaria partecipazione al cordoglio della famiglia si è manifestata con i molti messaggi pubblici e privati, ma anche nella chiesa gremita sabato 26 aprile in occasione dell’estremo saluto a Domenico. Un coinvolgimento e una partecipazione che rappresentano il frutto più bello dell’attività di Domenico, una attività che trascendeva la semplice professionalità ma che è stata sempre caratterizzata da una grandissima umanità.
Questa stessa umanità che amici e colleghi gli hanno sempre riconosciuto, apprezzandone la capacità di cogliere gli aspetti non solo professionali ma anche profondamente umani nelle diverse situazioni. Proprio la menzionata causa del bambino affetto da sindrome di Hikikomori divenne per Domenico più di una causa legale, ma una battaglia umana, che lui portò avanti, insieme all’avv. Rao, con un estremo coinvolgimento e una grande partecipazione emotiva.

Come era solito raccontare, per Domenico la più grande soddisfazione fu quando lo stesso bambino, al termine della ripetizione dell’esame di terza media, uscito dall’aula delle interrogazioni, corse ad abbracciare i suoi avvocati: un segno tangibile dei legami umani che Domenico Famà sapeva creare.

Chi l’ha conosciuto o ha incrociato anche solo per breve tempo il suo percorso, non potrà dimenticare la risata aperta e sincera, lo sguardo penetrante e il tono sagace dei suoi commenti, frutto della sua grande capacità di osservazione della realtà che lo circondava. Ma soprattutto, l’eredità (e la sfida) che Domenico Famà lascia ai suoi amici e colleghi è, per dirla proprio con le sue stesse parole in occasione dei Forensics Awards del 2017, il desiderio di continuare a “portare l’innovazione alle persone”, incrementando il team scientifico e il dialogo tra figure professionali diverse all’interno dell’ambito forense. Una sfida da portare avanti sempre con la curiosità, la resilienza e il coraggio, ma anche la profonda umiltà che hanno contrassegnato l’esperienza professionale e di vita di Domenico Famà.
Domenico lascia un cordoglio profondo tra chi lo ha conosciuto, un vuoto incolmabile nella sua famiglia, per la sua giovane moglie Daniela e per i figli Marco e Valentina; ma al tempo stesso lascia una traccia indelebile nel cuore di tutti per la sua immagine di uomo perbene e di specchiata onestà.

Ciao, Mimmo, siamo fieri di averti conosciuto!

Chiara Meluzzi; Giuseppe Cammaroto; Sonia Cenceschi; Annalisa Nazzaro.