A cura di Michele Turazza.
Philippe Sands – L’ultima colonia§
Guanda, 2023, pp. 274, € 19
In pochi saprebbero localizzare le Isole Chagos, una manciata di atolli persi nell’Oceano Indiano, a sud delle Maldive e a migliaia di miglia a nord est dalle più note Mauritius, a cui appartenevano fino a quando, in piena epoca di decolonizzazione, furono mantenute dalla Gran Bretagna come loro territori e, successivamente, “cedute” per 50 anni agli americani. Qui, sull’atollo di Diego Garcia, gli USA insediarono una base militare, utilizzata in anni recenti per far decollare caccia e bombardieri nelle guerre contro l’Iraq e l’Afghanistan. Gli atolli furono “chiusi” e i loro abitanti prelevati e deportati alle Mauritius, costretti a lasciare le loro case nel giro di un giorno.
Nel 2019 la Corte dell’Aia ha riconosciuto l’illegalità della mancata restituzione delle Chagos alle Mauritius (unico giudice contrario, quello americano) e il diritto dei chagossiani di ritornare sulle loro terre. Questo storico risultato è stato reso possibile anche grazie alla testimonianza di Liseby Elysè, costretta all’esilio alle Mauritius nel 1973 e all’impegno professionale e civile di Philippe Sands, avvocato e docente alla University College di Londra, che ha difeso le Mauritius contro la Gran Bretagna, contribuendo a denunciare e a far conoscere le conseguenze del colonialismo in questo angolo del mondo e il dramma del popolo chagossiano, che non ha smesso di lottare per le proprie terre.
Maurizio Pagliassotti – La guerra invisibile
Einaudi, 2023, pp. 236, € 18
6000 km. Sono quelli percorsi, anche a piedi, dal reporter Maurizio Pigliassotti, dal confine italo-francese alla Turchia, passando per i Paesi dell’ex Jugoslavia e la Grecia. Non è stato un viaggio di piacere, il suo, ma la scoperta di un fronte di guerra, alle porte dell’Europa, che soltanto raramente fa notizia. È quello della cd. “rotta balcanica”, la porta d’accesso all’Europa per migliaia di disperati in fuga da decenni di guerra e ogni tipo di privazione. Una porta che però è sbarrata da filo spinato, alte recinzioni, muri e soldati. “In questo libro la pars costruens non c’è, c’è solo la realtà”, ammette l’Autore, che di questa terribile realtà è stato testimone diretto, migrante tra i migranti. E la racconta, oltre ogni buonismo, oltre ogni criminalizzazione.
Un reportage duro e crudo, che porta l’occidentale medio a scontrarsi col “cuore oscuro dell’Europa”, mediante un viaggio a ritroso nell’inferno di uomini e donne che lasciano tutto, sperando soltanto in condizioni di vita migliori: “esiste un popolo oscuro, di cui non sappiamo nulla […]: i bambini nascono nei boschi dei Balcani e rimangono così, apolidi. Crescono senza amici, senza cibo, senza acqua, senza scuola, senza giochi. Crescono in mezzo a montagne di rifiuti, in fabbriche bombardate, tra muri che ancora hanno i buchi delle esplosioni, tra topi ed escrementi, ignari che possa esistere un mondo diverso”.
Carlo Greppi – Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo.
Editori Laterza, 2023, pp. 309, € 19
“…io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi […] per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura”: così, Primo Levi, accenna a Lorenzo Perrone, classe 1904, piemontese, di quindici anni più vecchio di lui, che viveva fuori dal campo di concentramento di Auschwitz. Di umilissime origini, semianalfabeta, per sei mesi portò quotidianamente a Primo Levi una razione di zuppa, fornendogli quel cibo senza il quale, molto probabilmente, non sarebbe sopravvissuto.
Ma chi è stato il muradur di Fossano, Lorenzo Perrone? La ricerca, documentata e scrupolosa, di Carlo Greppi – studioso che ha all’attivo numerose pubblicazioni sulla storia del Novecento, edite da Laterza – contribuisce a far luce su questa figura avvolta in decenni d’oblio, a colmare il vuoto che si era creato attorno a “una di quelle persone che vivono senza lasciare, apparentemente, traccia e ricordo di sé” (dal risvolto). Una vicenda grondante di umanità e solidarietà, nonostante tutto, nonostante i rischi, “perché costruì qualcosa di immenso, Lorenzo: la fiducia nell’essere umano”.
Iain McGilchrist – Il padrone e il suo emissario
UTET, 2022, pp. 942, € 40
“Questo libro racconta di noi e del mondo, e di come siamo arrivati al punto in cui siamo oggi. Se in effetti si concentra per la maggior parte sulla struttura del cervello umano – il luogo dell’incontro tra mente e materia –, in definitiva è un tentativo di comprendere la struttura del mondo che il cervello ha contribuito a creare” (dall’Introduzione).
Il tema della dicotomia che caratterizzerebbe il nostro cervello è stato oggetto di studio e speculazione fin dall’antichità: a un emisfero destro, adibito alla creatività e alla sensibilità, si affiancherebbe quello sinistro, più incline alla razionalità e alla logica. Iain McGilchrist, ricercatore e psichiatra scozzese, indaga la natura di tale dicotomia e, mediante un approccio interdisciplinare – che spazia dalla storia alla letteratura, dalla filosofia alla neuropsicologia – tenta di fornire un’originale chiave di lettura della storia culturale dell’Occidente degli ultimi secoli, in cui sembra che abbia pericolosamente preso il sopravvento l’emisfero sinistro: “dovremmo considerare con un’adeguata dose di scetticismo la visione offerta dall’emisfero sinistro di un mondo meccanicistico e di una società atomistica, un mondo in cui la natura è vista solo come un cumulo di risorse da sfruttare […] un mondo curiosamente privo di profondità, colore e valori” (dalla Prefazione).