Con una discreta campagna mediatica, il governo Meloni, nel Consiglio dei Ministri del 7 settembre scorso, ha emanato un decreto legge contro il disagio e la criminalità giovanile. Il decreto nasce dopo il grande clamore mediatico scaturito dai fatti di Caivano. Un’ondata emotiva così forte da far nascere un vero e proprio “modello”, appunto il “metodo Caivano”. Analizziamolo e confrontiamolo con metodi diversi e più efficaci
Nell’ex area ecologica e nel campo sportivo “Faraone”, entrambi abbandonati da tempo, a nord di Napoli, nella Villa Comunale della città metropolitana di Caivano si sono svolte le violenze e gli stupri delle due piccole vittime. Durante gli stupri, è stato appurato dagli inquirenti, le ragazze sono state anche riprese coi telefonini e i video sono circolati tra gli indagati.
La denuncia parte proprio grazie al diffondersi dei video. Le violenze sarebbero iniziate a giugno, ma la denuncia è stata presentata solo ad agosto. Il motivo: un messaggio su Instagram ricevuto dal fratello della vittima. Un suo amico gli confessava che la sorellina veniva portata nella struttura abbandonata: «Ti voglio dire solo una cosa, apri gli occhi con tua sorella perché ha dei video sporchi con dei ragazzi. Io sono un tuo amico. La portano, lei e una ragazza, dietro la Delfini vecchia, gli fanno i video sporchi». Il ragazzo ha inviato lo screen del messaggio alla zia, la madre della bambina di 10 anni, e i genitori si sono rivolti ai carabinieri.
Le indagini hanno portato all’identificazione di due maggiorenni, un 19enne e un 21enne, e di quattro minorenni, di età compresa tra i 14 e i 16 anni. I due maggiorenni sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata, mentre i …….
di Lorenzo Baldarelli