Trieste, 03.10.2023

Di episodi come quelli accaduti negli ultimi giorni nel nostro capoluogo giuliano sono piene le cronache, purtroppo già da alcuni anni. L’intensificarsi della frequenza di questi eventi ha come conseguenza l’applicazione di una serie di politiche della sicurezza “emergenziali”, spesso consistenti in una mera collocazione ed impiego di uomini in taluni servizi (dovendo giocoforza trascurare altre incombenze, forse meno visibili, ma parimenti impattanti sui cittadini), gestione che forse riesce a lenire il fenomeno, ma solo per qualche tempo. Questo perché alle misure urgenti (spesso applicate solamente dalle autorità tecnicooperative, le uniche realmente attive al riguardo) non fanno seguito gli interventi strutturali dei decisori politici ai vari livelli.

Quanti proclami alla tolleranza zero, alla sicurezza, alla tutela dei cittadini e degli operatori delle forze dell’ordine abbiamo sentito negli ultimi decenni, soprattutto da parte di chi ora siede tra gli scranni del governo? La verità è che gli organici sono stati sempre più depauperati (come più volte denunciato da questa O.S.) arrivando ad un calo vertiginoso della forza (numeri a 3 cifre), pur dovendo gestire fenomeni in crescita (microcriminalità e rotta balcanica in primis), contenuti solamente grazie alla professionalità ed allo spirito di abnegazione dei nostri ragazzi e ragazze in uniforme.

Se da un lato non ci si ritrova forse più con le vetture senza carburante, l’altra faccia della medaglia evidenzia che il contratto degli operatori della sicurezza è nuovamente scaduto (da quasi due anni) e non si parla di rinnovo ed inoltre anche le assunzioni – pur aumentate – procedono con il contagocce (a causa della chiusura di diversi istituti di formazione, operata qualche anno fa, con la scellerata politica dei tagli orizzontali) non riuscendo a bilanciare le uscite dovute ai tanti pensionamenti (con perdita del cd. know how).

Tutto questo mentre sono in forte ascesa le aggressioni alle cd. helping profession (oltre alle ff.oo. anche gli altri attori del sistema, come medici ed infermieri, controllori dei trasporti pubblici ecc. ecc.) , in una cornice sociale che di fatto garantisce quasi una sorta di impunità per gli autori, atteso l’elevato numero di fascicoli processuali da gestire per le procure (anch’esse sotto organico e con enormi difficoltà a gestire la macchina giudiziaria, anche a seguito della cd. riforma cartabia).

Invertire il trend appare doveroso e l’unica soluzione è rafforzare urgentemente gli organici, oltre ad operare un grande lavoro nella cornice giuridico-sociale, dedicando anche la giusta attenzione nel ristabilire alcuni concetti, anche a livello culturale, ripristinando in generale il concetto di rispetto del prossimo, in particolar modo dei pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio (il poliziotto, il bidello, l’insegnante, il medico, l’infermiere, il controllore del bus, la guardia giurata ecc. ecc.), diversamente la nostra civiltà è destinata ad implodere.

Il Segretario Gen. Provinciale Francesco MARINO

SINDACATO ITALIANO UNITARIO LAVORATORI POLIZIA – SEGRETERIA PROVINCIALE TRIESTE