Nella prima metà di quest'anno il fenomeno migratorio è tornato prepotentemente a occupare il discorso pubblico, prima con la tragedia di Cutro, quindi con le prese di posizione del governo italiano in Europa relativamente ai confini dell’Unione Europea e alla gestione dei migranti e dei richiedenti asilo. Di seguito un’analisi che fornisce un retroterra al dibattito su costi e benefici delle migrazioni a partire da dati statistici nell’ambito economico e sociale
I dati
Quando in Italia si parla di migrazioni e di migranti, tendono a prevalere i discorsi ideologici e gli argomenti emotivi. Anche quando la prospettiva richiederebbe la massima razionalità, ad esempio affrontando gli aspetti economici del fenomeno migratorio, l’accento finisce quasi sempre sui costi e raramente o mai sui benefici.
Secondo l’Istat, al 2021 gli immigrati in Italia sono un po’ più di 5 milioni (per la precisione 5.030.176), un dato sostanzialmente stabile nel periodo 2016-2021, pari all’8,8% del totale della popolazione italiana, la quale invece registra nel periodo considerato una graduale decrescita.
Gli effetti dell’immigrazione si esplicano in tre ambiti temporali: 1) a breve termine (economici); 2) a medio termine (previdenziali); 3) a lungo termine (demografici).
Per quanto riguarda i benefici a breve termine, essi riguardano ……
Fabrizio Battistelli – Università La Sapienza di Roma